Il punto di Calvano

Non si può non partire da Fabio Quagliarella, eterno migrante del pallone ma che a 36 anni suonati a Genova, sponda Sampdoria, ha trovato l’ambiente ideale, un allenatore che crede in lui e la squadra che si fida ciecamente del proprio attaccante e lui ricambia, 19 reti fino a ieri sera, numeri alla Cristiano Ronaldo per essere chiari. Goal mai banali, rovesciate, colpi al volo, freddezza sui calci di rigore e addirittura ieri di testa, Giampaolo, allenatore Sampdoria, gongola e se lo gode tutta la Genova blucerchiata. Non è la prima volta e non sarà l’ultima che un giocatore dato per finito esploda in una piccola piazza, tutti ricordano Baggio che a Brescia a fine carriera fece meraviglie con Mazzone in panchina. Complimenti di cuore a Fabio Quagliarella, è il tuo anno e il trono di capocannoniere, Ronaldo permettendo, è alla tua portata.
Veniamo al derby della Capitale, lo stravince la Lazio, lo domina Simone Inzaghi. Come anche confermato da De Rossi nel dopopartita, la Roma veniva da risultati positivi in termini di punti, ma non di gioco, messa sotto sia da Frosinone che dal Bologna nelle due partite precedenti, con il risultato che alla fine vedeva sempre premiata la Roma. La Lazio ha fatto la partita, un primo tempo bello, dinamico e il solo gol di vantaggio non è il rispecchio dei 45 minuti giocati, una ripresa dove la Roma ha avuto il pallino in mano solo per 10 minuti, non riuscendo, però, a trovare il pareggio, finale con la Lazio in crescendo e il 3 a 0 finale è tutto meritato. Simone Inzaghi ha incartato per bene la partita a Di Francesco, Immobile in panchina, in campo Caicedo, Luis Alberto, Milinkovic e Correa, coraggio e fiducia nella fantasia al servizio della squadra e alla fine tutto è girato giusto. Poi con Immobile dentro nel secondo tempo tutto è stato più semplice, ma il protagonista assoluto è stato El Tucu Correa, che sembra sempre un po’ spaesato, ma poi si accende e tutto cambia. Assist magistrale per il primo gol di Caicedo, subisce il fallo di Fazio sul rigore nel secondo tempo dopo aver doppiato lo stesso Fazio nello scatto sul lancione di Immobile. Un giocatore straordinario che se soltanto diventa più cattivo sotto porta può davvero diventare un altro colpo grandioso del duo Tare Lotito sempre alla caccia di talenti da riavviare dopo un periodo no, lo stesso accadde con Luis Alberto, ripescato nel Deportivo la Coruna dopo aver giocato nel Barcellona B e Liverpool. Roma sponda Laziale rialza la testa, con una sconfitta o anche un pareggio le speranze della zona Champions sarebbero state ridotte a un lumicino, invece i tre punti del derby e la partita da recuperare contro l’Udinese riaprono i giochi non solo per il quarto posto, la sconfitta dell’Inter a Cagliari può riaprire scenari che nessuno poteva ipotizzare solo venerdì prima di Cagliari Inter. 7 punti dividono il Milan dalla Lazio, dalla terza alla ottava posizione, con la Lazio però con una partita in meno. Tutto davvero può ancora succedere in una corsa per il terzo e quarto posto spettacolare.
Nella bagarre Champions si è inserito anche il Torino, a pari punti con la Lazio e l’Atalanta, e se i bergamaschi sono abituati alle zone alte, anche ieri un partitone contro la Fiorentina con un Ilicic fantastico, per la Torino granata è una sorpresa. Vittoria facile nel lunch match contro il Chievo, mai in partita i clivensi, Belotti in gol cosi come Zaza tornati al gol dopo tanto digiuno. La squadra di Mazzarri non impressiona per il gioco, come tutte le squadre mazzarriane, ma i risultati ci sono e la posizione in classifica è giusta.
Veniamo al posticipo, Napoli Juventus. È successo di tutto, espulsioni affrettate, rigori sbagliati, pali e traverse e un unico grande risultato, vittoria Juventus e addio sogni rimonta del Napoli. Scudetto quasi cucito del tutto sulle maglie bianconere, 16 punti significa che probabilmente prima di Pasqua anche la matematica darà ragione a mister Allegri. In questa rubrica spesso abbiamo parlato di rimonta possibile, ora no, non più, non se ne esce da “alla fine vincono sempre loro“, in Italia la banda di Allegri è imbattibile, anche quando non è in forma, ricorda molto il Real o il Bayer Monaco di qualche anno fa, nessun avversario in campionato. Ieri sera il Napoli ci ha provato, ha lottato ma prima l’espulsione del portiere, per un’ingenuità di Malcuit che, con un passaggio arretrato, ha mandato in porta Ronaldo tutto solo e Meret non ha potuto fare altro che ostacolarlo. Potremmo parlarne all’infinito se c’è stato tocco o no del portiere sull’attaccante, ma comunque il portiere ha fatto ostruzione ed è rigore. Uno due juventino con la punizione di Pjanic e il gol di Emre Can di testa. Napoli, con Milik fuori per lasciare posto al secondo portiere, si è comunque ripreso, ha provato ad accerchiare la Juventus ed ha accorciato con Callejon nel secondo tempo. Nel frattempo altra espulsione, Rocchi butta fuori Pjanic per doppia ammonizione e in dieci contro dieci il Napoli stringe la Juventus nella propria area e i partenopei hanno la grande occasione al 84’ con un rigore concesso per fallo di mano in area della Juventus. Insigne prende in pieno il palo e la rincorsa del Napoli finisce su quel legno. La Juventus non ha rubato nulla, il Napoli non può recriminare più di tanto, il risultato più giusto sarebbe stato il pareggio ma, alla fine, non sarebbe cambiato più di tanto.
L’attesa è finita, la Juventus vince ancora lo scudetto ai primi di marzo, ora occhi e cuore sul ritorno a Torino contro l’Atletico, questa Juventus non è in grado di battere Simeone, speriamo che i “tanti” giorni che mancano alla partita servano per trovare morale e forma fisica necessari.
GIUSEPPE CALVANO