Il punto di Calvano – 2 dicembre

Cristiano Ronaldo può essere un problema per la Juventus? Conte ha raggiunto la vetta della classifica, è l’anno giusto per l’Inter, finalmente?
Le Romane a braccetto, prima in coppa e poi in campionato. Spumeggiante la Lazio, determinata la Roma. Quanto dureranno?
Napoli e Fiorentina nel buio totale, come se ne esce?
Queste le domande che mi sono posto per il “Punto” di questa giornata. Ronaldo per la seconda partita di fila doveva essere sostituito, non perché è un giocatore finito, ma soltanto perché fuori forma. Punto. Ha segnato su rigore, una bellissima punizione a altre giocate, ma la sua benzina è limitata, in questo momento non può giocare 90 minuti. Non potendo togliere Ronaldo mister Sarri è costretto, per esempio, a far giocare a rotazione Higuain o Dybala, che in questo momento sono sopra come livello di forma. Ronaldo non dovrebbe essere mai un problema, lo diventa quando la squadra non vince. Nella partita di ieri la Juventus non ha demeritato, anzi, stavolta, però, a tradirla è stata la coppia De Ligt e Buffon. Gli errori nella stessa azione, quella del gol di Caputo pesano come macigni e non sempre si può recuperare nel finale come è successo spesso in queste primo scorcio del campionato, il Sassuolo non ha rubato nulla e alla fine il pareggio è giusto. Buffon non può passare in poche settimane da salvatore della patria con il Bologna all’ultimo secondo a giocatore da pensione per l’errore di ieri, nel calcio come nella vita ci sono alti e bassi, momenti belli e brutti, bisognerebbe solo avere più memoria. La Juventus è ancora imbattuta su tutti i fronti, è a un punto dalla vetta e il passaggio Champions già acquisto. Crisi? Ma dai.
L’Inter si è presa il primo posto, Lautaro Martinez, l’argentino, quello giusto, si sta prendendo le luci della ribalta. Avanti 2 a 0 è sembrato arrivare il braccino, il famoso tormento del tennista, la Spal ha accorciato con Valoti al 50’ e ha provato a pareggiare la partita. Si è visto il cambiamento, con Spalletti forse questa partita sarebbe terminata in parità, con Conte i giocatori hanno messo tutto quello che avevano, hanno trasformato le paure in forza e ora si possono godere il primo posto, padroni del loro destino. Non possiamo affermare che l’Inter vincerà lo scudetto, ma che lotterà fino alla fine con la Juventus lo possiamo firmare e controfirmare.
Le Romane, ancora a braccetto. Dope le vittorie in Europa League vincono ancora in campionato, la Lazio suona la sesta, tante sono le vittorie consecutive e sta bene anche fisicamente. L’Udinese per molti poteva essere una tappa di trasferimento, poi le partite bisogna giocarle prima di vincerle a priori. La Lazio è scesa in campo convinta di poter sistemare la pratica il prima possibile, di fare gol e non avere patemi d’animo verso la fine della partita quando si poteva sentire la fatica della partita di Coppa. Formazione titolare, i quattro dell’Apocalisse, come lo chiamano a Roma, in campo subito: Milinkovic Savic, Luis Alberto, Correa e Immobile stravolgendo le basi teoriche del famoso equilibrio in campo. Tre a zero nel primo tempo e partita sistemata. Ora la Juventus sabato sera per il big match della 15esima giornata, l’unico errore che potrebbe fare la Lazio è pensare a una Juventus in crisi, loro non sbagliano mai due partite di fila, e non hanno mai perso quest’anno. Simone Inzaghi non dovrà cambiare il volto di questa Lazio, dovrà solo inculcare ai propri giocatori che è una partita importante, ma non la decisiva per la lotta Champions, per la partita decisiva dobbiamo aspettare il 22 dicembre. La partita di campionato sarà difficile, sarà tortuosa come sempre quando si incontra la prima della classe, si dovrà impostare la partita cercando di non fare errori banali e affidare tutto alle menti geniali dei quattro tenori in campo, comunque una partita tutta da godere.
Passare a Verona quest’anno non sarà facile per nessuno, la Roma ha sofferto, ha cercato di arginare la mole di gioco scaligera nella fase offensiva cercando di colpire in contropiede. Il Verona quest’anno sembra una piccola Atalanta per cui non bisogna sottovalutare la vittoria dei giallorossi. Il Kluivert tanto criticato dai tifosi ha siglato il vantaggio, Diego Perotti subentrato proprio all’olandese per infortunio ha segnato il raddoppio su rigore, in mezzo il pareggio momentaneo di Faraoni. La Roma, dicevamo, ha sofferto il Verona, l’ha subito ma portare a casa i tre punti significa tranquillità per Fonseca per poter preparare al meglio il proseguo del campionato. Soltanto in un clima distensivo si può programmare il futuro, alle porte ci saranno cessioni importanti, anche a gennaio, ma con la Roma che lotta in zona Champions si può lavorare meglio.
La Fiorentina dalla sconfitta con la Lazio è entrata in un tunnel scuro, buio e non si vede la luce. Anche il recupero di Ribery dopo la squalifica non ha portato il sereno, la società conferma Montella, per adesso, ma fino a quando? La situazione a Firenze è bollente, la vicenda Chiesa non aiuta e tutto, probabilmente, ruota intorno al ragazzo prodigio genovese.
Il Napoli è sparito, scomparso. Ho parlato, settimana scorsa, di una squadra triste, ieri s’è visto un gruppo che non è più tale. Ancelotti che si prende le responsabilità ma solo in parte, scaricando di fatto la squadra. In Champions si sta salvando la faccia ma non basta, se il Napoli non da’ una sterzata alla stagione rischia addirittura l’Europa League e sarebbe un danno enorme, sia per le casse societarie che per i calciatori stessi. È vero anche che i calciatori un posto lo trovano sempre, ma siamo sicuri con gli stessi ingaggi? Le raccomandate arrivate ai giocatori erano un atto dovuto della società dopo l’ammutinamento, si poteva cercare una mediazione che non c’è stata. Il muro contro muro non serve a nessuno ma se non si farà presto il primo passo la situazione può solo peggiorare. Non se lo meritano i tifosi e forse anche una parte della squadra, non i big i quali sono colpevoli tutti, dal pluridecorato Ancelotti ai giocatori in scadenza. Callejon e Mertens ma anche al capitano Insigne o al resto dei vecchi, da Allan a Zielinski. C’è ancora uno spiraglio per l’Europa, non per lo scudetto, ma bisogna trovare subito un accordo, anche sotto silenzio, ma bisogna muoversi. Resterà una stagione buttata, comunque vada a finire.

A cura di Giuseppe Calvano