Il punto di Calvano – 11 novembre

Potevo partire con il caso Ronaldo ma ne parleremo più avanti. Doveroso è aprire con il Cagliari, e non la chiamerò favola Cagliari come è stata definita da più parti perché ci sono molti motivi per non definirla una favola. Una favola è qualcosa di non reale, fatta di narrazioni di fatti inventati. I tre assist di Nainggolan, il gran gol dello stesso ninja, Simeone che torna bomber, il solito Joao Pedro, un Rog che comincia ad essere un vero calciatore dopo le apparizioni sporadiche nel Napoli, Cigarini mai cosi prepotentemente centrocampista a tutto campo. Può essere tutto questo frutto di narrazione inventata? Il Presidente Giulini, il direttore Carli, scuola Empoli, hanno costruito una gran bella squadra che sembrava essere stata spezzata con la vendita di Barella e gli infortuni gravi del portiere Cragno e dell’attaccante Pavoletti ma che invece si sta dimostrando equilibrata in fase difensiva e prepotente in attacco. Non stiamo li a fare voli pindarici, non parliamo di scudetto ma se il calcio non è mai una scienza esatta possiamo tranquillamente dire che il Cagliari lotterà per la zona Europa League, e di questi tempi non è cosa da poco.
Veniamo al fenomeno, alla macchina da gol Cristiano Ronaldo e tutto ciò che gli ruota attorno, un’industria che fattura milioni di euro. Il fattaccio di non restare in panchina dopo la sostituzione, di andare negli spogliatoi e poi diretto a casa è un atteggiamento non da numero 1, da chi viene sempre osannato per i suoi comportamenti integerrimi. La Juventus non multerà il campione portoghese e se va bene a loro va bene a tutti, io mi vorrei soffermare sul tecnico Sarri. Passare da mago a minchione, scusandoci per il termine, è un attimo. Pensate solo un attimo, Sarri toglie Ronaldo in Champions League mettendo Douglas Costa e il brasiliano decide la partita, domenica sera con il Milan ripete la sostituzione ma stavolta con Dybala e l’argentino abbatte il Milan che fino a quel momento sembrava potesse strappare il pareggio allo Stadium. Due sostituzioni che in un calcio normale farebbero passare il mister Sarri per un mago, il nuovo scienziato del calcio italiano dopo essere stato il maestro negli anni di Napoli. Tutti invece guardiamo lo scontento Ronaldo, che in tardo pomeriggio di lunedì lancia un tweet in cui dichiara “partita difficile, vittoria importate”, commento laconico per tentare di chiudere la faccenda. Tanti giorni ci separano dalla prossima partita della Juventus e il clima che si stava montando non faceva comodo a nessuno, né al giocatore né alla società. Tutto bene ciò che finisce bene, o no?
Il Milan ha giocato una partita sontuosa, le motivazioni quando si gioca contro la Juventus escono fuori da sole, serviranno altre prove per sapere si Pioli comincia a capirci qualcosa. Una cosa certa c’è, Piatek non riesce a segnare più, oggi come oggi non segnerebbe nemmeno all’alimentari sotta casa. Pioli fa bene a dargli fiducia, l’unica maniera per tornare a vedere il Piatek dello scorso anno è farlo giocare e fargli ritrovare la tranquillità, incrociando le dita e sperando che non ci sia bisogno dell’eternità.
La Roma arriva a Parma scarica, spenta e stanca dalle troppe partite in pochi giorni e con i giocatori contati. Fonseca sta facendo un buon lavoro ma ci dovrebbe spiegare il motivo delle continue esclusioni di Florenzi. A Roma se ne parla, speriamo non ci siano intrecci di calciomercato.
La Lazio è alla quarta vittoria consecutiva togliendo le coppe, in campionato con l’undici titolare se la può giocare con tutte le più forti anche se Simone Inzaghi sta coniando un nuovo credo, inusuale per lui, da sempre estimatore degli equilibri, fare un gol più degli avversari. Quando nella formazione titolare hai Immobile, Correa, Milinkovic, Luis Alberto come reparto avanzato, i quinti di difesa costantemente avanti e resta solo Leiva come interditore la difesa resta scoperta e la coperta corta. Non è detto che la formula non paghi alla lunga, l’Europa League è andata e con una partita a settimana tutto può accadere, anche finalmente raggiungere la cosi tanta agognata Champions.
Ultima cosa, Napoli e Atalanta. Il Napoli si sta facendo male da solo, Ancelotti contro De Laurentiis, la squadra contro la società, un tutti contro tutti che non serve a nulla. Se si riuscirà a fare quadrato la zona Champions è ancora raggiungibile, altrimenti per il Presidente sarà dura organizzare un prossimo Napoli competitivo. Mertens e Callejon in scadenza con nessuna intenzione di rinnovare alle cifre di De Laurentiis, Insigne ai ferri corti praticamente con tutti. Urge sistemare le cose sennò sarà davvero una stagione buttata al vento. L’Atalanta è in crisi, quel 3 a 3 in rimonta della Lazio da 3 a 0 ha fatto perdere a Gasperini la tranquillità acquisita in questi mesi, ci può stare un periodo no in concomitanza degli impegni europei, ma bisogna riprendersi subito, le altre corrono.
GIUSEPPE CALVANO