IL CRITICATORE – Big svogliate, l’Italia necessita di una nuova idea di calcio

Walter MazzarriBenvenuti in questa nuova rubrica di Calciomercato Report, ossia Il Criticatore. A gestirla è un vero e proprio scassaballe, ovvero il sottoscritto, Francesco Donatelli. Ogni qualvolta terminerà una giornata di Serie A, porteremo alla luce (o almeno, metteremo alla luce, la differenza è molto sottile) gli aspetti negativi che abbiamo potuto constatare nel nostro, purtroppo, calcio malato. Bando alle ciance, andiamo a criticare.

Le partite che mi sono saltate agli occhi sono state tre, ovvero Milan-Juventus, Udinese-Napoli e Palermo-Inter. Quattro big in discussione, tre delle quali sono in Europa, una ne ha fatto praticamente la storia. Se fossimo nel 2003, staremmo qui a commentare un altro Milan-Juventus, e sono dolci ricordi (non per tutti). Se fossimo nel 2010, staremmo qui a commentare un altro Palermo-Inter. Se fossimo nel 2011, staremmo a ricordare un altro Udinese-Napoli.
Insomma, i tempi sono molto cambiati. “Ma dai?”, direte voi. Ebbene cari signori e signore, il calcio in Italia ha bisogno di nuovi stimoli e mentalità. Nel nostro campionato ciò che manca è la garra, la voglia di andare sul pallone, la voglia di andare a mordere le caviglie all’avversario. In Italia, pochi sono i rappresentanti di questo calcio che mi piace, e sono: De Jong, Medel ed Inler. Il fatto che siano stranieri (ce ne fossero pochi) non è un dato poco rilevante: la mentalità vigente nella Serie A prevede il contropiede, l’attendere l’avversario per poi colpirlo in velocità. Ma dico stiamo scherzando? Siamo forse nei primi anni duemila? Ho visto un Milan attendere sprezzante del pericolo che la Juventus perdesse palla in modo da colpirla in velocità con Menez ed El Shaarawy. Ho visto un Napoli senza voglia, senza garra, senza idee. Ho visto un’Inter attendista, disattenta, che a tratti mi ha dato l’impressione di sottovalutare l’avversario (Vidic… che mi combini Vidic…). Il calcio deve essere fatto di cattiveria agonistica, il calcio deve essere verticale, deve aprire spazi, deve essere veloce. Il mio pensiero è che il calcio debba assumere una mentalità metà olandese e metà italiana. Offensività, calcio verticale e totale, velocità, aggressività, pressing asfissiante; ma anche attenzione difensiva, equilibro che solo in Italia troviamo così di qualità.
Il calcio non deve ricorrere ad essere un qualcosa di totalmente italiano o totalmente estero, ma qualcosa che va ad integrarsi, in modo da formare un qualcosa di nuovo ed internazionale, che affascini il mondo intero.

Sono un po’ parole al vento queste, faranno la fine di ogni opinione in Italia. Ma lasciamo andare la fantasia, fin quando non arriverà la prossima scarica di critiche…