Il Milan ha voglia di ripartire, soprattutto di riprendersi la storia. Il passato, senza alcun dubbio, non si dimentica però va rispolverato per tornare ad essere il diavolo vincente di una volta. Un punto di partenza potrebbe essere quello di pescare dal settore giovanile. Il futuro d’altronde sono i giovani talenti. Uno di questi, con una gavetta importante alle spalle, è Matteo Gabbia.
Un esordio un po’ a caso ma a volte la casualità ti premia per gli sforzi fatti e i molti sacrifici. Infatti, il classe 1999 si è guadagnato il tutto con meritocrazia e sudore. Un percorso lungo, dalle categorie giovanili rossonere al calpestare San Siro. Il Milan lo possiamo definire una sorta di seconda pelle. Gabbia ora guarda con dedizione e consapevolezza all’avanzare della carriera.
La svolta? La società rossonera è pronta a dargliela. Il futuro è sempre più di questi colori. L’assist è arrivato con il rinnovo del contratto fino al 2024. Ciò significa fiducia piena in lui, che dovrà essere ripagata alzando l’asticella e dando in ogni circostanza input positivi. Come si dice, il buongiorno si vede dal mattino, e allora Gabbia parte da quell’esordio superato alla grande. La caratteristica più eccelsa evidenziata è stata nel rispondere presente alla chiamata: umiltà, senza paura e dimostrare a tutti le proprie doti. Un ragazzo con la testa indirizzata al lavoro, un jolly su cui scommettere e costruire il nuovo diavolo. I colori rossoneri lo esaltano visto il tifo di appartenenza e può essere un’arma in più. Gabbia, con personalità e facilità di apprendimento, punta a qualcosa di grande. Nelle sue mani c’è il suo destino calcistico. In campo tutto questo si nota accompagnato dalla tecnica e capacità di adattarsi. Un difensore centrale duttile con l’ipotesi mediano da non escludere vista la sua ottima lettura tattica. La prospettiva però porta ad una grande carriera da perno difensivo e, chissà, a formare anche il muro della Nazionale tutta rossonera: Gabbia-Romagnoli.
Le carte da gioco ci sono tutte, Milan devi ripartire da qui.
A CURA DI: FRANCESCO QUATTRONE