ESCLUSIVA – Zazzaroni: “Ripartenza obbligata, sarà un mercato low-cost”

Fonte: Strettoweb.com

Da quando è iniziata la pandemia, assieme al suo Corriere dello Sport non si è mai fermato. Più di 90 giorni di lavoro a dir poco intenso, per seguire tutti gli sviluppi delle situazioni sportive. Questo e molto altro lo ha raccontato, in esclusiva ai nostri microfoni, Ivan Zazzaroni.

Come ha trascorso questa quarantena?

“Non mi sono mai fermato, ho lavorato sempre. Oggi (sabato 13 giugno) è il novantatreesimo giorno di lavoro consecutivo, l’ho fatto sia in redazione che da casa”.

Calcisticamente parlando, Siamo davvero pronti per la ripresa?

“Dobbiamo per forza essere pronti a ripartire, di alternative non ce ne sono. Non si poteva fare altrimenti; arrivati al 20 giugno, con i dati della pandemia alla mano e la curva che continua a scendere, non si può non essere pronti. Ai vertici hanno litigato per mesi, ma alla fine ad averla vinta sono stati Gravina e Dal Pino. Era necessario chiudere il campionato sul campo, non con algoritmi o cristallizzazioni di classifiche, ma con il merito sportivo. Non importa se sarà attraverso play-off, play-out… Ciò che fondamentale, adesso, è che si giochi”.

Dunque lei non è un grandissimo estimatore del tanto menzionato algoritmo?

“Non lo amo come non amavo neanche la famosa monetina, l’algoritmo è più uno strumento utilizzato dalla Federazione per opporsi a quelle persone che, per interessi loro, non volevano giocare. Gravina ha provato in ogni modo di far capire che questo campionato andava finito: innanzitutto giocando, poi se la A dovesse nuovamente avere uno stop, in quel caso si agirà diversamente. Gravina non è un amante del cambiamento dei format, anche se persino la Uefa adotterà – probabilmente – delle novità con le Final Eight in Champions, quindi vorrei capire perchè noi dovremmo essere diversi”.

Analizzando i numeri di queste prime gare di Bundesliga post-epidemia, sul piano atletico non sembrano esserci state grosse ripercussioni. Possiamo aspettarci lo stesso dalla nostra serie A?

“I contrasti ridotti, gli infortuni e simili sono tutti falsi problemi, ammettiamolo: la Bundesliga non è mai interessata a nessuno. Abbiamo visto quei match perchè mancava tanto il calcio, le repliche non ci bastavano più”.

Pensa che in Serie A, con questa ripartenza, verranno riscritte alcune gerarchie?

“Questo non lo so, non abbiamo mai affrontato una situazione del genere, quindi tutto ciò che viene detto ora è aleatorio. Si dovrà vedere sul campo come giocheranno e come reagiranno le squadre, ci sono tanti dati da analizzare. Fare un pronostico oggi è del tutto folle oltre che ‘arrogante’, dal mio punto di vista. Nessuno ha visto gli allenamenti, si giocherà senza pubblico, in condizioni inusuali… Sarà sicuramente un calcio diverso, ma comunque calcio”.

Gian Piero Gasperini, con le sue dichiarazioni, ha “spaccato” l’ambiente calcio: giusto da parte sua parlare solo adesso?

“Per come la penso, le dichiarazioni di Gasperini sono state strumentalizzate. Lui ha seguito tutti i parametri dei protocolli del momento, poi figurati se le sue affermazioni non vengano estrapolate ed utilizzate in altri modi… Io sto dalla sua parte”.

Un commento sull’operato del ministro Spadafora?

“Sul Corriere abbiamo scritto parecchio di lui in questi tre mesi. Ha fatto parlare tanto di sè, questo non lo metto in dubbio. Si è capito che lo sport non abbia bisogno di un ministero, ma diciamo che Spadafora ha preso molta luce dal calcio”.

Che calciomercato sarà?

“Sicuramente un mercato con meno soldi, più scambi e più plusvalenze. Pochi movimenti all’estero, dato che anche i club importanti ora hanno meno soldi. Serviranno molto gli scambi per permettere alle squadre di aggiustare un po’ i propri bilanci, non solo per rafforzarsi dal punto di vista tecnico. Un po’ tutte le squadre escono da questa fase con le ossa rotte, per cui immagino che ci sarà una sorta di mutuo soccorso”.

Come cambia il mestiere del giornalista dopo questa pandemia? Visto, ad esempio, l’exploit delle dirette sui social…

“Ormai è da più di un anno che non mi occupo dei social, per me è come se non esistessero. Il mestiere del giornalista è sicuramente cambiato in peggio; è peggiorata la qualità del servizio, così come quella umana. C’è più concorrenza – direi anche illecita – dunque penso che oggi ci troviamo in un mondo declinante, nel quale chi ha le spalle più larghe sopravvive”.

Qual è il ricordo professionale più bello che conserva in tutti questi anni di carriera?

“Sinceramente non guardo mai al passato. Premi e riconoscimenti vari li butto via, sono uno che vive assolutamente al presente. Di ricordi belli ne ho tanti, mi ritengo fortunato perchè ho avuto molto più di quello che speravo di ottenere. Un ricordo che sicuramente conserverò con piacere sarà questo periodo intenso trascorso alla guida del Corriere dello Sport. E’ stata una battaglia editoriale avvincente e stancante, ma abbiamo trionfato“.

Ferdinando Gagliotti