ESCLUSIVA- Umberto Quistelli (DS) racconta la sua storia legata al mondo del pallone

Il direttore sportivo Umberto Quistelli, racconta in esclusiva ai nostri microfoni la sua storia legata al mondo del pallone… Dalle origini ad oggi:

“Fin da quando ero piccolo come ogni bambino, sognavo che il calcio fosse il mio lavoro e così è stato, iniziando da calciatore vestendo tante maglie e ringrazio tutte le società dove ho giocato, un breve trascorso ma intenso come agente Fifa o meglio come procuratore e infine ora in veste definitiva di direttore sportivo. Ho iniziato a giocare a calcio perchè è la mia vita, una passione che porteró con me per sempre e spero che il mio esempio come l’esempio di tanti altri calciatori sia un punto di riferimento sano e corretto per tanti ragazzi che si avvicinano al calcio, un mondo bellissimo fatto di tante insidie e di tante difficoltá come la vita di ogni giono e dove si impara a rialzarsi sempre più forte di prima superando qualsiasi ostacolo, e in questo devo ringraziare il gruppo degli Atleti di Cristo che insegna i veri valori della vita e a credere in Dio perchè infondo nella vita e sempre meglio donare che ricevere. Terminata la carriera da calciatore ho superato l’esame da agente Fifa e per due anni ho lavorato come procuratore, ma non era un lavoro che mi divertiva e mi realizzava, per cui ho sostenuto l’esame da direttore sportivo, un ruolo che mi stimola molto, e ringrazio il Barletta Calcio e il presidente per avermi concesso quest opportunità. Oggi da direttore sportivo, metto la mia esperienza a dispisizione di tutti quei ragazzi che vedono il calcio come il mondo dorato dei soldi, ma non è così perchè questo sport come tutti gli altri è sacrificio, passione e voglia di arrivare, e bisogna far capire alle società di valorizzare i nostri giovani italiani, che sono il futuro non solo dei club in cui militano ma anche della Nazionale per una crescita comune che puó portare i club ad avere dei top player allevati nei propri settori giovanili, dove concentrerei le spese più ampie della società. Mettere gli stessi ragazzi a disposizioni delle rappresentative nazionali per raggiungere obbiettivi importanti che l’Italia a raggiunto per ben quattro volte, perchè siamo che ben dicono gli altri il paese del Calcio.”

Ringraziamo Umberto per la sua cordiale collaborazione