ESCLUSIVA- S.Mazzola: ”Inter, la vittoria più bella fu la prima Coppa Campioni. Il mio rapporto con Gianni Rivera e vi dico tutto sugli acquisti sfumati Ancelotti e Platini, su Thohir…”

Quattrocentodiciassette presenze tutte con la stessa maglia, quella dell’Inter. Ventotto anni tra campo e scrivania, stiamo parlando di Sandro Mazzola, uno dei più grandi giocatori di tutta la storia del calcio italiano,che in esclusiva ai nostri microfoni si è soffermato su vari argomenti, la prima Champions vinta dai nerazzurri, il rapporto con Gianni Rivera, la delusione per la mancata consegna del Pallone d’Oro nel 1971 e molto altro ancora, buona lettura:

Più di quattrocento partite con l’Inter, qual’è stata la vittoria più bella?
”La prima Coppa Dei Campioni che era contro il Real Madrid. Era la squadra dei giocatori che andavo a vedere da ragazzino, Di Stefano, Puskas. Mi sembrava impossibile giocare e segnare contro di loro”.

Un autentica leggenda, anche con la maglia azzurra, come viveva la rivalità con Gianni Rivera?
” Volevamo giocare tutti e due, non potevamo farci vedere parlare dai giornalisti che sembrava che chissà cosa facessimo. Il Mondiale del 70′ bellissimo ma difficoltoso”.

L’anno dopo, secondo nella classifica del Pallone d’Oro, una delusione oppure rimase una grande gioia?
”Non era giusto perchè Crujff era agli inizi, avevo già vinto, ero stato capocannoniere di Coppa Campioni, l’avevo vinta quindi ci rimasi male, ero convinto di arrivare prima”.

Passiamo alla sua carriera da dirigente, qual’è stato il suo miglior acquisto?
”Sicuramente Ronaldo, negli anni che è stato all’Inter era un mostro…”.

Ha rimpianti?
”L’acquisto di Ancelotti perchè Ancelotti era andato a fare un’amichevole con il Parma, il presidente era un mio tifoso e stipulammo anche un contratto per cui io prestavo tre giocatori a loro della nostra Primavera e l’allenatore loro Baldini mi dava il diritto tre giocatori del Parma. Dopo il primo tempo vidi questi giocatori e non mi sembravano granche’, poi nel secondo tempo entrò un ragazzino, io dissi al presidente, era lui quello bravo e lui mi disse ma no è giovane è un tornante io poi gli dissi ma no è una mezz’ala ed ha delle grandi qualità. Il patron dei ducali aggiunse lo mettiamo nel contratto, poi facemmo un’amichevole contro una squadra tedesca apposta per lui e giocò come se fosse a casa sua a S. Siro, capi che era da prendere. In tribuna dissi al presidente parmigiano l’accordo era di duecentocinquanta milioni per la metà, lui ma no non faceva parte dei tre e alla fine non lo prendemmo, andai dal presidente e mi disse che lo dovevamo prendere alle cifre stabilite. L’anno dopo Ancelotti era sulla bocca di tutti e  il presidente mi rincontattò dicendomi Sandro avevi ragione vai a prenderlo, io gli dissi no non vado va lei anche perchè sapevo che era già della Roma. Dopo qualche tempo domandai al patron com’è andata a Parma? Ho mangiato benissimo, il presidente del Parma è gentilissimo. Ma sul giocatore? Mi dispiace ma lo ha già preso la Roma”.

Su Platini
”Quando lo vidi non lo conosceva nessuno, lui mi sembra avesse un contratto in scadenza a una cifra ridicola perchè aveva il contratto da ragazzo, lo andai a vedere un paio di volte mi accorsi che era fortissimo e chiamai a casa sua per avere un’appuntamento. Mi rispose la mamma che quando senti il mio nome, noi siamo dei suoi tifosi, venga, venga siamo contenti. Stabilimmo un contratto ma con la chiusura delle frontiere andò tutto a monte, il francese tutte le volte che mi incontra e simpaticissimo mi dice mi devi sempre soldi tu eh…”.

Chiudiamo la nostra intervista con la vicenda Moratti-Thohir, fa bene a vendere?
”Bisogna essere dentro per sapere, ma mi auguro che non venda. L’Inter e Moratti sono un pò la stessa cosa, padre e figlio che l’hanno avuta, ma se le cose sono come ho letto che Moratti rimane dentro ed ha anche voce in capitolo potrebbe essere interessante. Questa storia va avanti ancora da un paio di mesi e ancora non si è chiusa, c’è qualcosa che non quadra”.