Intervista Gianni Di Marzio

ESCLUSIVA – Intervista a Gianni Di Marzio: “Il Napoli ha bisogno di un playmaker, bisognerà vedere la forma fisica di Ibrahimovic. Lecce, Cosenza e Juve Stabia si possono salvare”.

Nella giornata di ieri la redazione di Calciomercato Report ha avuto il piacere di scambiare quattro chiacchiere con Gianni Di Marzio, ex tecnico di Napoli, Lecce e Catania tra le tante, oltre che dirigente sportivo e famoso opinionista. Noi ringraziamo Gianni per la sua immensa disponibilità avuta nei nostri confronti, augurandogli il meglio per il suo futuro. Al contrario a voi seguaci e lettori del portale Calciomercato Report, non possiamo far altro che augurarvi una buona lettura!

Vorremmo partire con un argomento di forte attualità, ricostruendo anche parte della sua carriera da tecnico, che la vista per alcune stagioni seduta sulla panchina del Napoli. Lei cosa ne pensa di quanto accaduto nel recente passato con l’esonero di Ancelotti e l’arrivo di Gattuso? Inoltre, come pensa che si possa muovere o quali colpi prevede per gli azzurri durante la sessione di mercato invernale?

“Per quanto concerne il calciomercato indubbiamente la squadra dev’essere rinforzata perché deve scalare qualche posizione in classifica. Ad oggi, prendendo in considerazione la classifica ed il calendario dei partenopei, che in breve dovranno affrontare Inter, Fiorentina, Lazio e Juventus, sembra molto improbabile che la squadra, viste le questioni contratti e le spaccature societarie, possa affrontare nel migliore dei modi queste gare. Perciò bisogna che il Napoli si rinforzi per tentare di centrare gli obbiettivi prefissati ad inizio stagione. Indubbiamente andrebbe preso un playmaker, perché da quando è stato ceduto Jorginho a Napoli non vi è stato più un giocatore capace di dettare i tempi davanti alla difesa. Gattuso è andato a sostituire un allenatore vincente, il quale sta dimostrando le sue capacità anche nella nuova avventura all’Everton, dove in due gare ha ottenuto sei punti. Al netto di ciò, non penso che Ancelotti a Napoli tutto un tratto si fosse dimenticato di come si facesse l’allenatore, evidentemente i continui cambi di formazione e di modulo, strettamente collegati al fatto che non riuscisse a trovare un punto fermo vista la rosa a disposizione. Oltre a questo fattore, anche la società non ha fatto granché, riuscendo a portare a termine solo un grande affare, ovvero quello che ha portato in azzurro Di Lorenzo che è riuscito ad emergere e a confermarsi un ottimo giocatore. Perciò la situazione a mio avviso è molto nebulosa, perché vi sono diversi giocatori in scadenza che devono andar via e che già a gennaio potranno trovare l’accordo con altre stagioni per la prossima stagione. Purtroppo non si è a conoscenza dell’intenzioni della società, che al momento non sembra far sapere se sia disponibile a spendere o meno, anche se il presidente non mi sembra sia pronto a sborsare soldi”.  

Negli ultimi giorni abbiamo sentito parlare di diversi scambi, ovvero quello che porterebbe Politano in azzurro, in uno scambio alla pari con Ghoulam e quello che vedrebbe De Sciglio approdare nel club partenopeo e Hysaj alla Juventus. Lei pensa che possano essere più che delle semplici voci di calciomercato?

“A mio avviso queste sono le consuete chiacchiere di mercato che vengono fuori qualche giorno prima che esso abbia inizio. Penso che Ghoulam se fino ad oggi non ha trovato molto spazio è dettato dal fatto che non sia ancora guarito in maniera ottimale dai gravi infortuni, perché se così non fosse non penso che Ancelotti avrebbe preferito un giocatore predisposto solamente alla fase offensiva come Mario Rui, all’algerino. Inoltre non penso che il Napoli necessiti di un altro esterno offensivo come Politano, vista la folta presenza in quel reparto. Ribadisco, il Napoli ha bisogno principalmente di un playmaker e soprattutto di ritrovare autostima. Magari dovrebbe trovare una giusta alternativa a Milik, dal momento in cui Llorente, vista l’età, non penso possa offrire tante garanzie sul lungo andare e non nego che se fossi stato io nel Napoli non l’avrei preso, anche se in fin dei conti se il Napoli ha deciso di prenderlo vista la scadenza del contratto, presuppongo l’abbia ritenuta una buona scelta sotto il punto di vista economico.

Cambiando piazza e rimanendo addentrati nel suo folto curriculum, vorremmo voltare pagina e parlare del Catania, società che negli ultimi giorni sta passando momenti poco facili e che a detta dei tanti, non sembra aver le garanzie per continuare. Dal momento in cui lei si è seduto sulla panchina degli etnei, cosa ne pensa di ciò?

“Per fortuna al momento mi risulta che la società non riesca a rispettare i contratti dei giocatori; purtroppo quando hai dei contratti in essere con la speranza che i giocatori ti possano dare quel qualcosa in più, quando ciò non accade tu società vedi i risultati ottenuti sul campo e metti in condizione il giocatore di poter andar via. Ad ogni modo non penso che i calciatori che hanno un contratto cospicuo, decidano di andar via. Ovviamente se la società non riesce a mantenere questi impegni qualcosa la deve pur fare e deve mettersi in contatto con i procuratori, per tentare di trovare delle situazioni. Io visto il mio legame con Catania penso che si possa trovare una via d’uscita positiva, affinché la società vada avanti. Oltre tutto si sono create delle situazioni molto spigolose, vedi il forte contrasto con la tifoseria, e ciò mi preoccupa molto, perché spero tanto che gli elefantini possano risolvere questi problemi e andare avanti per la loro strada.

Rimanendo in casa Catania, al netto delle dichiarazioni rilasciate da Lo Monaco, il quale ha ribadito che non vi sono i fondi per poter portare avanti la società, aggiungendo che l’obbiettivo sarà quello di terminare l’attuale stagione, lei pensa che il club etneo possa avere spiragli di rinascita o sia destinato al fallimento?

“Io non sono a conoscenza dei contratti effettuati e delle cifre o introiti a disposizione dei rossoazzurri. Posso prendere in considerazione le dichiarazioni di Lo Monaco e penso che se lui abbia dichiarato ciò sia la verità, perché non penso ci fosse un motivo per negare quanto sta accadendo. Deve dar via i giocatori che hanno contratti più onerosi, ma a mio avviso il problema è che lui ha dichiarato ciò perché i calciatori non hanno mercato e quindi vogliono rimanere, come giusto che sia visto che hanno firmato un contratto. Mettiamo il caso che un giocatore ha firmato un contratto da 100000 €, lui dovrà pur trovare una soluzione se la società a metà stagione non dovesse più garantirgli quanto offerto nel momento della firma del contratto. I contratti non bisognava farli fin dall’inizio, perché se te società hai creduto in questi calciatori, adesso diventa un problema. Infine, penso che se Lo Monaco ha rilasciato queste dichiarazioni, avrà avuto le sue ovvie ragioni”.

Passando ad un qualcosa di molto attuale, le vorremmo chiedere cosa ne pensa dell’acquisto di Ibrahimovic da parte del Milan. Secondo lei può essere la scelta giusta e soprattutto può risolvere i problemi dei rossoneri?

“Il Milan purtroppo ha delle carenze tecnico-tattiche molto evidenti. Durante la vecchia gestione dirigenziale Fassone-Mirabelli hanno gettato al vento molti soldi, più di trecento milioni, acquistando giocatori di basso livello tecnico. Tutto nasce da lì, di conseguenza tutti coloro che sono andati per poter mettere la barca in carreggiata, ha fatto grosse difficoltà. Inoltre, il fatto che Boban e Maldini siano stati buoni giocatori, non significa che essi possano avere le giuste virtù per assemblare una squadra come il Milan. La competenza di essi è individuale ed indiscussa, ma in questo caso parliamo di competenza collettiva, la quale serve a formare una squadra e non per andare ad acquistare solamente Theo Hernandez. Oltre a questo, tutti gli acquisti non hanno reso, perciò vista la difficile situazione, non penso che Ibrahimovic possa risolvere solo questo problema a 38 anni. I mi auguro per loro che prima di acquistarlo abbiano potuto vedere in che condizioni fisiche ed atletiche versa questo giocatore e soprattutto se con la sua forma fisica possa giocare tante partite in Italia, visto il campionato. Il carattere dell’uomo non è discutibile, si tratta di un calciatore che ha grinta e attributi, ma queste caratteristiche dovrebbe averle l’allenatore, non puoi acquistare lo svedese sia per il rendimento in campo che per riassettare lo spogliatoio. Io sinceramente dopo la mortificante sconfitta di Bergamo mi aspettavo altre dichiarazioni da parte di Pioli, il quale ora ha il compito di capire come far giocare Ibrahimovic e soprattutto, con chi farlo giocare. Sono problemi che il tecnico ex Fiorentina dovrà risolvere a breve vista la posizione in classifica dei rossoneri”.

Al netto dell’arrivo della punta svedese lei pensa che la posizione di Piatek sia in discussione e che il giocatore possa lasciare il Milan?

“Il fatto che Piatek possa andar via è anche un discorso tecnico. Quando è stato acquistato il polacco, lo si doveva sapere che è una punta adatta a giocare con il 4-3-3 con gli esterni larghi, o quanto meno con un trequartista che possa metterlo in condizione di andare in gol. Lui i gol li ha sempre fatti e non penso che sia cambiato il suo valore tecnico durante la seconda parte dell’esperienza a Milano. In Polonia segnava, a Genova segnava e appena arrivato in maglia rossonera ha confermato la sua vena realizzativa; evidentemente il giocatore non è messo in condizione sotto il punto di vista tattico, per riuscire a far emergere al meglio le sue caratteristiche. Un giocatore come lui, vista l’evidente freddezza sotto porta, ha bisogno di un giocatore che lo affianchi. Non stiamo parlando di un attaccante brasiliano che fa cantare il pallone o che è funambolico ed estroso, ma è un uomo che la palla in porta la sa buttare. Ci sono attaccanti che vedono la porta piccola e altri che la vedono grande, in questo momento lui la sta vedendo piccola. Perciò penso che debba essere messo in condizione di vederla grande e tanto meno penso che Piatek in ogni partita abbia avuto tre o quattro occasioni, gettandole tutte al vento. Ne ha avute pochissime, ed in quelle occasioni non è stato capace di sfruttarle. Io fossi la società lo terrei e lo farei giocare al fianco di Ibrahimovic, se quest’ultimo ha ancora la forma fisica giusta per giocare”.

Passando invece al campionato di Serie A, vista la continua “lotta” che vi è in vetta tra Inter e Juventus, lei chi pensa che possa spuntarla?

“Credo che essa durerà fino alla fine, perché Conte è una persona seria ed ha carattere, perciò penso che arriverà fino in fondo. Bisogna vedere se la Juventus avrà lo stesso rendimento fino a fine stagione, oppure punterà di più alla Champions League, perché finora il nuovo tecnico nel tentativo di portare a casa qualche punto in più non è riuscito a mettere in atto il metodo di gioco sarriano, il quale fino ad oggi non lo si è visto ancora. Nonostante ciò, lasciando da parte gli schieramenti e i punti di vista tattici, la Juve ha presenti in rosa calciatori come Ronaldo, Higuain e Dybala, che possono risolvergli la gara anche durante l’ultimo istante del match. Al netto di ciò, la formazione bianconera è sempre pericolosa”.

Per quanto concerne la lotta salvezza, visto il suo passato sulla panchina del Lecce, lei pensa che possa salvarsi?

“Il Lecce gioca benissimo ed assieme al Sassuolo, è una delle compagini che giocano il più bel calcio in Italia. Io mi auguro che il bel calcio sia sempre premiato, visto anche il buon lavoro fatto dal tecnico e il lavoro che vi è dietro da parte di una società molto seria. A mio avviso Meluso e Liverani hanno dimostrato di saper fare calcio, vincendo campionati, portando il Lecce in Serie A e suscitando entusiasmo nei tifosi, vincendo campionati molto difficili. Hanno sempre la voglia di vincere la partita, vanno in trasferta con questo intento e lo posso confermare, perché li ho visti giocare a Milano e gli vanno fatti i complimenti. Ovviamente può capitare uno scivolone ogni tanto, ma se prendessimo i calciatori che i giallorossi hanno acquistato singolarmente, possiamo dire che stanno facendo grandi cose. Inoltre ci sono giocatori come Falco che fanno la differenza ed è una squadra forte, che secondo me si salverà. Non so cosa faranno le dirette concorrenti, perché la Spal vincendo si è rimessa in carreggiata e Genoa e Sampdoria, nonostante abbiano un grande blasone alle spalle non è detto che si salvino”.

Facendo un passo indietro con le categorie, cosa ne pensa dell’attuale momento che stanno vivendo in Serie B alcune neo-promosse, quali Pordenone, Virtus Entella e Pisa, che fino ad oggi stanno vivendo un buon momento?

“Il Pordenone ha un allenatore serio oltre che fare le cose per bene. Tesser è abituato a vincere campionati, lo fece con me a Venezia quando ero direttore generale ed una persona molto competente. A parte qualche scivolone ha fatto davvero bene, ma il secondo posto è accessibile a più compagini, mentre il Benevento sembra avere maggiori possibilità di salire nella massima serie. Riguardo alle altre, anche lor hanno fatto bene ma sarà da tener d’occhio il loro rendimento a lungo andare, per vedere se saranno capaci di tenere il passo”.

Infine, rimanendo in tema campionato cadetto, vorremmo parlare di una compagine che è simbolo della sua terra natia, ovvero la Juve Stabia, che al contrario di inizio campionato in queste ultime giornate ha cominciato a macinare punti, portandosi a ridosso della zona salvezza. Dopo il risultato di Cosenza, pensa che entrambe le compagini potranno raggiungere l’obbiettivo stagionale?

“Sono due squadre che si possono salvare tranquillamente, perché hanno trovato il passo giusto. Il Cosenza prima della sfida di ieri veniva da due vittorie e la Juve Stabia ha dato seguito alle scorse vittorie, confermando il buon andamento. Visto anche il mio legame con le due piazze, alle quali tengo molto, io ribadisco di esser convinto che esse possano salvarsi. Andare a vedere chi retrocederà a fine stagione non sarà facile, ma entrambe hanno la mentalità giusta e gli allenatori giusti. Il Cosenza ha Braglia e ha attraversato un momento negativo fino al mese scorso, però sono stati anche sfortunati. La Juve Stabia a sua volta è anche molto ben organizzata, ha un ottimo direttore sportivo e una giusta mentalità sotto la guida tecnica di Caserta, il quale ha una continuità di rendimento, che è dettata anche dal fatto che si trovi ormai da anni nella panchina dei gialloblù e che quindi sia capace di gestire bene le situazioni.

Intervista a cura di Simone Cataldo