Giancarlo Capelli

ESCLUSIVA – Intervista a Giancarlo Capelli: “Il Milan può raggiungere la Champions League, su Ibrahimovic…”

Quest’oggi abbiamo avuto il piacere di intervistare Giancarlo Capelli, storico ultras del Milan, il quale segue ormai da anni le vicende del mondo rossonero da vicino. Noi ringraziamo Giancarlo per la sua immensa disponibilità, augurando a voi tutti una buona lettura.

Visti i risultati dell’attuale stagione e non solo del Milan, vorremmo sapere, cosa ne pensa di ciò e di quello che settimana dopo settimana accade nel mondo rossonero? Inoltre a chi attribuisce le colpe di tali delusioni?

“Un tifoso come me, o un tifoso qualunque del Milan ai giorni d’oggi, non può far altro che considerare la stagione deludente. Ci si aspettava molto di più, purtroppo però ciò non è accaduto e bisogna ammettere che noi stiamo facendo una brutta fine. Le colpe penso siano di tutti, a partire dagli addetti ai lavori per finire ai calciatori. Quest’ultimi, nonostante abbiano i loro limiti, non è accettabile che giochino una partita senza impegno, senza volontà. Difatti contro l’Atalanta appena sono entrati in campo si intravedeva il fatto che avessero la testa altrove, e ciò è molto grave se si parla di persone professioniste le quali percepiscono uno stipendio cospicuo. Al netto di ciò io pretendo che essi, vista la maglia che hanno addosso ed i tifosi che li seguono in ogni gara, diano il massimo. Fosse per me li pagherei in base al rendimento, purtroppo però non si può fare”.

Rimanendo in tema calciatori, la rosa negli ultimi giorni ha avuto una piccola modifica grazie all’arrivo di Zlatan Ibrahimovic. A suo avviso, esso potrà offrire quello che manca a questo Milan? A suo avviso, potrà ancor reggere sotto il punto di vista della forma fisica, vista la difficoltà del campionato italiano?

“Io personalmente ho conosciuto Ibrahimovic e l’ho sempre considerata una persona seria oltre che un professionista. Penso che possa a modo suo far qualcosa, visti i numeri che ha avuto nel corso delle sue annate. Indubbiamente offrirà quella carica che oggi manca al Milan, nonostante ciò vista l’età non ci si può aspettar granché, ma in tante occasioni è la volontà che prevalere sugli altri fattori. Per quanto concerne la seconda domanda, vista la sua forma fisica a 38 anni penso che possa ancora rendere, vista la professionalità e come già detto, la volontà. Al di là di tutto questo, lui oltre allo stipendio, è voluto tornare perché gli è sempre piaciuto abitare e giocare a Milano, oltre che al Milan. Infatti, ricordo che era molto dispiaciuto quando lasciò i rossoneri e son convinto che lui ai tempi volesse rimanere”.

Dopo lo svedese, secondo lei quali potrebbero essere le possibili cessioni e le possibili trattative in entrata? Si parla molto di Todibo per il reparto arretrato, lei pensa che il difensore del Barcellona possa essere un buon giocatore per questa rosa?

“Sinceramente penso che in rosa siano presenti molti giocatori che non siano paragonabili al valore e blasone del club. In passato e soprattutto negli ultimi tempi hanno fatto molti errori, i nomi accostati al Milan sono davvero tanti ed io mi auguro che possano rimediare con essi a quanto di sbagliato fatto nelle scorse annate. Parlando di Todibo, lui è un ragazzo giovane il quale è stato messo sul mercato; ben venga se i giovani vengano qui da noi, per tentare di mantenere viva quella famosa politica che poi non è stata messa in atto dalla società. Si tratta di una promessa del panorama calcistico, perciò quando si tratta di giocatori con molta forza di volontà e giovani, non possiamo far altro che essere felici del loro arrivo, oltre che accoglierli nel migliore dei modi. Lui potrebbe essere importante per noi ma bisogna vedere se il Barcellona lo vuole mandar via, perché in questo caso si parla di prestito”.

Ritornando all’attuale annata, se dovessimo prendere in considerazione l’acquisto di Ibrahimovic, i possibili nuovi innesti ed il livello della rosa sotto il punto di vista qualitativo e quantitativo, secondo lei quale può essere il vero obbietto del Milan?

“Io mi auguro che l’obbiettivo stagionale del Milan sia quello di tornare in Champions League, almeno io penso che lo sia. Niente è difficile, se i giocatori dovessero impegnarsi e metterci la giusta volontà, penso che possano farcela. Ribadisco, nella vita se uno ci crede in qualcosa la raggiunge, ma purtroppo ci mancano volontà e serietà. Se si vuole la si può raggiungere, c’è ancora la possibilità di farlo, visto che vi è più di metà campionato da disputare, perciò ripeto, basta volerlo. Ribadisco, molti giocatori della rosa non solo al livello del club, ma basterebbe vincere tre partite consecutive per ritrovarsi nelle zone alte della classifica, perché quest’ultima è molto corta. Molti calciatori sembrano non far bene e non essere presenti, ma abbiamo già visto che molti di essi in altre squadre minori della Serie A stanno facendo molto bene, perciò penso che sia questione di volontà. Al netto di ciò, nonostante Pioli non abbia scelto lui questa rosa, potrebbe tranquillamente raggiungere l’Europa, vista la sua esperienza. Ovviamente dev’essere un qualcosa che veda un gruppo ed una società unita, ma è proprio quest’ultima che prima di tutto dovrà farsi valere. Purtroppo ciò non è successo dopo la gara di Bergamo, perché non c’è stata nessuna presa di posizione da parte della società, ed è proprio in queste dinamiche che si distinguono le società forti da quelle fragili”.

Infine, parlando in vista futura, a suo avviso quale potrebbe essere il progetto del Milan nel medio-lungo termine?

“Purtroppo questa società è una finanziaria, non può fare acquisti o comunque andare oltre ad un limite economico. Qui ci vorrebbe un personaggio o un presidente con una grande società alle spalle, che possa essere a livello del Milan, club che ha vinto di tutto e di più negli anni. Ripeto, purtroppo quella attuale non può fare grandi spese senza avere delle entrate, perché deve rientrare in bilancio, perciò non possono acquistare grandi giocatori, ovvero quelli che servirebbero oggi al Milan. Secondo me ci vuole un cambio di società, sono convinto che ci sarà, perché la finanziaria dopo tre o quattro anni non può più rimanere e a quel momento indubbiamente la squadra si venderà e soprattutto ci sarà anche la possibilità di dar vita allo stadio nuovo”.

Intervista a cura di Cataldo Simone