ESCLUSIVA- F.Maglia (resp.scouting Vigor Lamezia): ”I giovani sono il futuro del calcio. Sui vivai e sul possibile futuro da responsabile del settore giovanile…”

Foto di Roberto Iannello
Foto di Roberto Iannello

Dopo la fantastica promozione in C Unica, la Vigor è pronta a tuffarsi nel nuovo difficile campionato che la vedrà confrontarsi con formazioni del calibro di Messina, Reggina, Cosenza ma non solo. Il club biancoverde è anche molto attivo sul fronte calciomercato ma potrebbero arrivare presto grandi novità anche dal punto di vista del settore giovanile, ai nostri microfoni, il responsabile dello scouting, Francesco Maglia si è soffermato su diversi argomenti:

Il mercato è in fermento, la Vigor si è già mossa alla grande, potrebbe arrivare presto qualche nuova punta per Mister Erra?
”Bisognerebbe chiedere al direttore (ride ndr). Scherzi a parte, siamo a lavoro da una settimana e le prime impressioni sono state più che positive, ritengo sia stato costruito un buon gruppo guidato da un ottimo allenatore, anche se come al solito la parola poi spetta al campo. Ci siamo mossi in largo anticipo rispetto ad altre compagini e abbiamo avuto la bravura-fortuna di chiudere gli obiettivi che ci eravamo prefissati ma è inutile negare che la squadra risulta essere ancora incompleta in qualche reparto e mancano almeno due- tre pedine: ma siamo nel pieno della sessione estiva di mercato e manca più di un mese prima della chiusura. Siamo sempre vigili e attenti senza andare di fretta visto che al momento la rosa è quasi completa. Bisogna lavorare con intelligenza e oculatezza, in maniera mirata”.

Non solo calciatori esperti perchè la Vigor punta molto sui giovani, arriverà qualche altro gioiellino?
”I giovani sono il futuro del calcio, sembra una frase fatta ma é cosi. La nostra é una rosa giovanissima, sono arrivati giocatori importanti, di società blasonate come Parma, Roma e Genoa. Credo che aver portato a Lamezia il capitano della Roma Primavera possa essere motivo di grande orgoglio e soddisfazione. Abbiamo cercato di creare il giusto mix tra giovani e più esperti poi come ho giá detto sarà il campo a dare il giudizio definitivo. Ripeto se ci sarà l’occasione di prendere qualcuno che possa essere ritenuto d’aiuto alla nostra causa, piccolo o grande che sia, non ci tireremo di certo indietro”.

I giovani sono il futuro del calcio italiano, da dove dovrebbe ripartire il sistema calcio giovanile nel nostro paese dopo l’ennesimo fallimento Mondiale?
”Sul tema del settore giovanile in Italia ci sarebbe da discutere per ore. Rafforzare i vivai è essenziale, specialmente dopo la delusione del Mondiale, che è stato il punto più basso che abbiamo toccato. Quando si tocca il punto più basso si deve trovare lo slancio per risalire. Il settore giovanile deve essere una fucina di giocatori e per fare questo bisogna insegnare piu’ tecnica che tattica perche’ alla velocita’ a cui si gioca oggi ci vuole grande tecnica. Questo e’ emerso chiaramente al Mondiale ma invece capita di vedere allenatori che a bambini di dieci, undici anni, insegnano la tattica. Sono del parere che questi personaggi andrebbero messi ai margini, perche’ ai piccoli devi insegnare la parte ludica facendo si’ che migliorino nella tecnica ma siccome e’ molto piu’ facile insegnare la tattica… Ecco il vero problema del settore giovanile. Non ci sono più istruttori! Tutti allenatori. Già dalle giovanili si guarda al risultato, ognuno cura il proprio orticello come oramai siamo abituati a fare in Italia. Troppe volte si predilige la parte fisica e non quella tecnica, si cerca la velocita’ e non l’intelligenza tecnico-tattica, queste scelte non hanno dato risultati. Se ogni due anni cambiamo, non creeremo mai nulla. Ci vuole una direttiva, un modo di pensare, una filosofia tecnico-tattica e lavorare su questa. Poi c’e’ anche un’altra verita’: ci sono momenti in cui nascono talenti e altri momenti no. Anche se la nuda verità è che in Italia i giovani non si fanno proprio giocare se non in Lega Pro. Ma parliamoci chiaro anche qui c’ é da fare un appunto.. La Lega Pro é il rifugio dei Primavera con le valorizzazioni. Ora è scomparso anche l’ incentivo per curare i settori giovanili. Guardando al mercato di Lega Pro ci si rende conto, della mutazione radicale che sta avvenendo in terza serie. La vecchia serie C veniva additata come la fucina dei talenti. Ragazzi che si facevano la gavetta in provincia per poi approdare in serie A e B. Il salto di categoria per quei ragazzini “allevati” nelle giovanili o scovati in campi di periferia, produceva sostanziosi vantaggi economici per le società di appartenenza. Oggi la situazione si è invertita. I tanti “Primavera” in esubero complice anche quella linea di pensiero esterofila che sta impedendo la crescita sportiva di tanti ragazzi italiani, vengono girati a farsi le ossa in Lega Pro, portando con loro la “valigetta”: la valorizzazione economica che copre il costo della retribuzione e talvolta anche il doppio o di più. Oggi, in moltissimi casi, non è tanto preponderante il fatto che il ragazzo sia bravo quanto che la società dalla quale proviene copra il costo del lavoro. Sono tutte situazioni che si conoscono dalla notte dei tempi, ma nessuno ha la volontà, la capacità e soprattutto la voglia di intervenire. Chi ne ha l’autorità queste cose certamente le sa. Certi rami secchi vanno tagliati, se vogliamo riappropriarci di quel calcio che non viviamo più. Bisognerebbe creare un comitato ad hoc che decida per il bene del calcio. Io ad esempio sono favorevole all’ obbligo delle squadre B. Ma comunque andiamo avanti se no divento troppo prolisso”.

I vivai sono una risorsa fondamentale, bisogna ritornare a credere nei giovani talenti locali a suo avviso?
”Diciamo di puntare sui settori giovanili per risollevare il nostro calcio e poi questi sono pieni di stranieri. Nelle finali scudetto Primavera gli stranieri impiegati dalle otto squadre erano il 35%. Per farci un’ idea concreta basta guardare in Germania, la Bundesliga nel 2000 schierava il 30% di giocatori con più di trent’anni mentre nell’ultimo campionato la percentuale é scesa al 15% testimonianza di come il ringiovanimento del campionato e di conseguenza della nazionale sia stato costante e nel nome della qualità. La media età al mondiale era di 26 anni, la quarta più bassa del torneo. Il sistema tedesco impone ai club di investire il 10% del fatturato sui vivai, si spendono circa 4,4 milioni di euro a società per i settori giovanili, mentre in serie A 2,75. Juventus, Napoli, Milan, Inter, Roma e Lazio hanno convocato per il loro ritiro estivo un totale di 52 giocatori dal ’94 in poi e 23 sono stranieri. I giocatori che hanno giocato almeno tre anni nel vivaio di una squadra di A per poi continuare la loro esperienza con la stessa maglia sono appena 8 su 100, la percentuale più bassa d’ europa. E ricordiamoci che non esiste solo il modello tedesco: secondo uno studio recente condotto dall’Aipac (associazione italiana preparatori atletici di calcio) rispetto al Belgio siamo indietro nelle strutture, nell’investimento sullo staff a tempo pieno per i giovani e anche sulle ore di allenamento. La questione non é campanilistica: produrre al proprio interno giocatori per la prima squadra rappresenta un grosso vantaggio economico e uno strumento fondamentale per mantenere l’ identità di un club, soprattutto se multinazionale. Ripartire dai ragazzi, ragionando sul lungo periodo, conviene sotto tutti i punti di vista”.

A proposito di giovani, nei giorni scorsi si è ventilata la possibilità che lei possa diventare il nuovo responsabile del settore giovanile, cosa c’è di vero?
La societá si é prefissata come obiettivo la rifondazione del settore giovanile. Saró chiaro: ho gia un incarico di rilievo (responsabile scouting) all’ interno del club, conosco giá tutte le dinamiche in essere anche per il settore giovanile, la società sa come lavoro ed é a conoscenza delle mie idee. Io sono per la programmazione, credo che nel calcio sia fondamentale. Al momento non vi é niente di concreto se non un semplice pour parler, anche se non nascondo che sto preparando un progetto. A me piace essere concreto, se si deve fare una cosa o la si fa per bene o non la si fa proprio, anche perché ci si mette la faccia. Ritornando al discorso di prima l’ obiettivo del settore giovanile deve essere quello di portare il maggior numero possibile di giocatori  in prima squadra ogni anno, questo vale ancora di più per una società piccola che non ha la possibilità di fare grossi investimenti”.

Tornando al prossimo campionato di Lega Pro, dove può arrivare questa Vigor?
”L’obiettivo principale è sicuramente la salvezza. Se verrà confermata la suddivisione territoriale dei gironi andremo ad affrontare un campionato difficilissimo forse il grado di difficoltà non è ben chiaro a tutti: basta dare uno sguardo alla campagna acquisti di squadre come Benevento, Matera, Lecce, Catanzaro, Messina, Casertana, Salernitana, Juve Stabia, Teramo. Ci andremo dunque a misurare con realtà che per storia, forza economica e cultura calcistica ci sono sicuramente superiori, ma non vogliamo essere la cenerentola del torneo. Abbiamo fatto di tutto per raggiungere la C unica e vogliamo rimanerci e dire la nostra perché la mia città merita questo splendido palcoscenico”.