Carrera: “L’esperienza da collaboratore tecnico mi ha formato. Il calcio russo deve migliorare nella tattica”

Nel corso dell’evento organizzato da Fair Play and Football, è intervenuto Massimo Carrera. Ecco le sue parole.

– Che idea si è fatto del momento del calcio italiano? Il campionato è poco interessante dal punto di vista del gioco?

In Russia non ho visto molte partite del calcio italiano, guardavo soprattutto la Juventus di cui sono tifoso. Si cerca di giocare più la palla e si dà più spazio ai giovani, penso che ciò possa fare bene alla Nazionale.

– Quale avventura nella sua carriera porta maggiormente nel cuore?

Tutte perché ogni esperienza ti lascia qualche emozione. Ho avuto la fortuna di giocare in tante squadre, ho vinto, ho avuto riconoscimenti dai tifosi, mi son divertito, ho smesso quando ho voluto io, mi son tolto tutte le soddisfazioni possibili e immaginabili, quindi mi reputo fortunato di aver coronato il mio sogno da bambino.

– Qual è il compagno che a livello di classe, motivazione e fame l’ha colpita di più?

Ho giocato con Baggio, Del Piero, Vialli, Deschamps, Jugovic, Kohler: ne ho avuti tantissimi, soprattutti alla Juventus. Ho avuto la fortuna di giocare con loro e anche grazie a loro sono migliorato

– La sua esperienza da collaboratore tecnico è stata importante per la sua carriera da allenatore?

Sì, ovviamente c’è meno stress. Son cresciuto con Conte, ho fatto per 5 anni il suo assistente, ho imparato tutto sotto il profilo tecnico, di comunicazione e di come comportarsi con la squadra, quindi allo Spartak ho cercato di riportare la mia passione per il calcio e quelle cose che avevo già imparato dagli allenatori che ho avuto. Quei 5 anni mi hanno formato molto, come esperienza vale più di allenare in Serie C.

– Cosa manca al calcio italiano e a quello russo per essere all’altezza degli altri palcoscenici?

 Negli ultimi due anni il calcio russo è migliorato, la Nazionale ha anche fatto un buon Mondiale. Tuttavia c’è poca tattica, non sono molto organizzati. In compenso hanno una grande cultura sportiva, su questo dovremmo imparare da loro.

– Cosa ricorda del titolo con lo Spartak?

Penso sia stata una cosa incredibile: lo Spartak non vinceva il capionato da 16 anni. Sono arrivato lì per caso da allenatore, prima ero l’assistente. L’anno dopo abbiamo iniziato vincendo la Supercoppa di Russia che non avevamo vinto, l’anno scorso abbiamo ottenuto un buon terzo posto. Sono cresciuto tantissimo e ho avuto l’opportunità di fare quel che volevo fare. 

– Cosa si aspetta dal futuro?

Adesso ci sono le vacanze di Natale, poi si vedrà.