Calcio in secondo piano tra emergenza virus e improvvide dichiarazioni

Come si può parlare di calcio? Diventa davvero difficile pensando a quello che sta succedendo in Italia e non solo, perché il coronavirus si sta diffondendo in tutta Europa. In Italia, ormai, è tutto bloccato, ogni giorno il governo emana provvedimenti sempre più restrittivi, tanti esercizi commerciali devono abbassare le saracinesche e le strade diventano deserte e silenziose. Uno scenario desolante, triste e surreale, ma è l’unica soluzione per mitigare le inquietudini, contenere i contagi e arginare questo infido virus che sta tenendo in scacco il mondo. Non si sa quando e se riprenderà il campionato, non si sa addirittura se proseguirà la Champions, con Barcellona-Napoli a forte rischio. Una soluzione va adottata anche perché, nei giorni scorsi, si sono giocate alcune partite di ritorno degli ottavi di finale. Non c’è stata la remuntada del Valencia contro l’Atalanta, anche perché in quello stadio spettrale, senza tifosi, era difficile per una squadra confezionare una impresa. Merito della Dea che, trascinata da un super Ilicic (autore di quattro gol), ha sbancato anche il Mestalla ottenendo un altro traguardo storico: ritrovarsi tra le prime otto squadre d’Europa. Già era una favola calcistica per una realtà di provincia superare il girone, tra l’altro dopo un esordio choc con tre sconfitte consecutive e anche pesanti, ma aver guadagnato anche i quarti rende questa favola una leggenda. La partita che sembrava lontana mille miglia dall’attualità si è giocata ad Anfield, nel solito catino infuocato, come se l’allarme non fosse arrivato da quelle parti. Come spesso succede, la detentrice di un trofeo non si ripete bensì finisce col deludere. Va detto che il Liverpool ha fatto di tutto per ribaltare l’1-0 dell’andata e c’era anche riuscito, ma il risultato non bastava ad evitare i supplementari. Nell’extratime, Firmino ha siglato il gol qualificazione ma poi è venuto fuori l’Atletico Madrid che ha addirittura ribaltato la gara, da 2-0 a 2-3. Dopo il vantaggio dei Reds alla fine del primo tempo regolamentare, si può dire che nella ripresa si sia giocato ad una sola porta con gli uomini del Cholo che hanno saputo resistere, soffrendo l’indicibile fino a vivere l’impresa di qualificarsi ad Anfield, dove la squadra di Klopp è una schiacciasassi indipendentemente dall’avversaria. Questo certifica come nel calcio possano bastare ordine tattico, compattezza, solida trincea e capacità di finalizzazione per assurgere in alto anche a scapito di autentiche corazzate. Quanto è bello parlare di calcio giocato, purtroppo lo si può fare fino ad un certo punto, poi il pensiero va sempre lì, a questo coronavirus che ha imposto uno stato di emergenza sociale. Bisogna restare a casa e uscire solo se è strettamente necessario, questo sacrificio può servire per ritornare alla normalità il prima possibile, non ottemperare alle deroghe è una negligenza che mette a rischio la propria vita e quella di altre persone. Non si può essere superficiali e ridimensionare la situazione, occorre una presa di coscienza generale e una sana consapevolezza per affrontarla in modo costruttivo e intelligente nella speranza di mettercela alle spalle. Purtroppo, è arrivata la notizia anche del primo calciatore di serie A colpito dal covid-19, si tratta di Daniele Rugani, il difensore della Juve, ciò richiede la quarantena sia per l’organico della Juve che quello dell’Inter, le due squadre si sono affrontate domenica scorsa. La salute viene prima di tutto, anche del campionato, l’augurio è che il difensore bianconero, che ha già provveduto a rassicurare tutti, guarisca senza problemi, al resto poi si penserà. In tutto questo, Il Corriere dello Sport intervista Gian Piero Gasperini, tecnico dell’Atalanta già ampiamente celebrata in questo editoriale, che con le sue parole ha pensato bene di rasserenare gli animi di tutti gli italiani con un messaggio che richiama all’unità e alla coesione nazionale. Queste le sue parole: “Coronavirus? Sento soltanto le sirene delle ambulanze. State a casa, state in famiglia, non uscite. E da queste parti, in Lombardia, siamo sufficientemente organizzati, pur se in difficoltà. Mi chiedo cosa potrebbe accadere a Roma, a Napoli”. Per combattere un virus si può fare qualcosa, per la deficienza umana è difficile…