And the world’s gonna know your name

Ma cosa è successo ad Alvarez?
Tanti se lo sono chiesti, o forse la domanda è un’altra. Dove è stato per due anni tutto questo talento?
La risposta è tanto breve quanto retorica. In una scatola chiusa, a volte che si semi-apriva e generava piccoli sprazzi di luce, e che poi si chiudeva per lunghi periodi.
Ora quella scatola si è aperta, e la luce sta diventando accecante. Il ragazzo gioca, dribbla, segna e fa segnare, corre, si sbatte, torna, riparte, è tonico. E la lista dei pregi è ancora lunga.
Walter Mazzarri deve aver trovato la chiave di quella scatola, l’ha aperta e non ha certo intenzione di richiuderla. Quella chiave è secondo me aver caricato psicologicamente l’argentino dandogli la spinta giusta per giocare come un Lavezzi interista. L’Alvarez di oggi sembra un lontanissimo parente forte della “pippa” vista qualche mese fa nei pressi di San Siro.
Merito anche del mago Pondrelli, che ha rigenerato i suoi muscoli, facendoli muovere tanto, visto che il ragazzo, come già detto, corre tanto e si vede. È arrivata anche per la terza volta consecutiva la convocazione in nazionale, dove Alvarez rischia seriamente di scalzare Lavezzi dalla ristretta cerchia di titolari.
Nazionale significa anche mondiali, e i mondiali sono il sogno di ogni calciatore. I mondiali, appunto ti mettono davanti agli occhi del mondo intero, ti fanno conoscere a tutti, e tutti sapranno il tuo nome, come dicono i “The Script” in una loro famosissima canzone.
Alvarez, sei pronto a farti conoscere dal mondo intero?