Allegri-Simeone, Pragmatismo al potere

Nel secolo caratterizzato dal Tiki Taka, dall’estetica prima del risultato e da allenatori che si sono adeguati ai colleghi più vincenti, Massimiliano Allegri e Diego Pablo Simeone sono due dei massimi rappresentanti di un modo differente di vedere il calcio. I due presentano fra loro varie analogie, ma quella che spicca maggiormente è il pragmatismo.

 

ALLEGRI

Partendo dall’allenatore toscano, è facile ricordarsi della polemica che quest’ultimo ha dovuto patire nella stagione scorsa rigurdante la mancanza di una manovra offensiva e di possesso palla che potessero garantire spettacolo. Infatti gli si recriminava uno stile troppo difensivo, che dopo il vantaggio bianconero portava la squadra Campione d’Italia ad abbasare il proprio baricentro sfruttando come tattica il contropiede. Nonostante il putiferio mediatico, Allegri non è stato mai condizionato dalle pressioni del mondo esterno formato da tifosi e giornalisti. Ma come si può mettere in discussione un allenatore che vince e continua a vincere ancor oggi? Semplice, si torna nuovamente a parlare di come alcuni a volte preferiscono mantenere il prosciutto sugli occhi piuttosto che ammettere che i trofei giustificano i mezzi. Le dichiarazioni sull’argomento rilasciate da lui sono:

“Non voglio diventare un modello ma quando smetterò mi dovranno spiegare, visto che non lo capisco bene, cosa vuol dire giocare bene. Il discorso del giocare bene è difficile da spiegare, io non lo capisco, magari qualcuno me lo spiegherà in futuro. Quando ho iniziato a fare l’allenatore, mi piacevano i vincenti, Capello, Lippi, senza nulla togliere a Sacchi. Nell’albo non scrivono chi ha giocato meglio, ma chi ha vinto. A me piace vincere, io sono anche contento di giocare male, ci sono partita in cui è necessario per portare a casa le vittorie”

 

Facciamo un tuffo nel passato, analizzando la carriera del mister. Dopo quattro anni di assestamento fra Agaglianese, Spal e Grosseto, giunge a Sassuolo. Qui iniziamo a notare delle statistiche notevoli, poichè concluderà la stagione con un dato interessante quale il 54,76% di vittorie. Dato coronato dalla promozione della squadra in serie B. Il debutto in Serie A avviene nella stagione successiva con il Cagliari, che dopo problematiche iniziali arriverà nono e terminerà l’annata con il 40% di vittorie. Le percentuali legate ai successi aumentano notevolmente con Milan e Juventus. Nella tappa rossonera supererà il 50% ben tre volte, considerando anche il primo scudetto in carriera. Alla Juve i dati diventano mostruosi, 64,9% 71,15% 73,7% 74,07%. Vedendo il suo Palmares, Max Allegri è ritenibile già come uno dei più vincenti della storia calcistica italiana. Ben 5 Scudetti, 4 Coppe Italia, 3 Supercoppe Italiane come premi al collettivo e 4 Panchine d’oro, 4 Gran Galà e 1 Premio Bearzot a rendere maggior merito alle sue prestazioni individuali.

 

 

SIMEONE

Arriviamo ad analizzare ora la figura del tecnico argentino. A differenza di Max Allegri, lui ha subito meno critiche per il suo modo di giocare, anzi è stato coniato in suo onore il “Cholismo”. Le sue dichiarazioni sul conflitto Cholismo- Bel Gioco sono queste:

L’idea alla base del cholismo è legata alla vittoria, non ne conosco altre onestamente. Inoltre l’unica cosa che cerco è far rendere al massimo i miei giocatori sul campo per arrivare all’obiettivo di questo gioco, ovvero la vittoria”.

Anche con il Cholo, conviene fare un balzo indietro per scoprire  dove nasce la sua innovazione tattica.La sua prima squadra è il Racing, nel quale affina le proprie capacità che verrano subito all’occhio già nella stagione successiva alla guida dell’Estudiantes. Qui colleziona una grande annata con il 64,1% di vittorie stagionali nel 2006-2007. Altrettanto bene farà dal dicembre 2017 fino al termine della stagione nel 2018, con una percentuale intorno al 62%. Fino all’aprile 2010 la sua parentesi argentina viaggia intorno alla media del 40%. Il grande salto nel calcio europeo avviene nel 2011, in Italia, laddove riuscirà nella missione di far salvare il Catania. In seguito dopo un’altra piccola avventura al San Lorenzo, giunge a Madrid sponda Colchoneros. 7 stagioni costernata con dei valori assurdi, circa il 60% di vittorie, con un picco del 68% nel 2013/2014. Arriviamo al Palmares:

 Premi collettivi           1 Coppa di Spagna, 1 Campionato Spagnolo, 1 Supercoppa di Spagna, 2 Europa League, 2 Supercoppa Uefa

 Premi individuali      3 premi miglior allenatore Liga, 1 Trofeo Miguel Munoz, 1 Trofeo Comunidad Iberoamericana, 1 Miglior Allenatore IFFHS, 1 Globe Soccer Awards

 

 

ALLEGRI VS SIMEONE- I precedenti

Il primo scontro diretto fra i due risale al 29 gennaio 2011. Catania-Milan 0-2. Una partita che sanciva una delle tappe dello scudetto milanista, e che evidenziava i primi problemi per il Cholo nell’ambientamento nel calcio europeo da allenatore.

Altra storia invece in campo internazionale dove i due si sono sifdati, nell’andata e nel ritorno del girone della champions 2014/2015. La prima partita fu giocata al Vincente Calderon, terminata con il risultato di 1-0 per gli uomini di Simeone che afferarrono i 3 punti con una prestazione degna dello stampo del Cholismo . Al ritorno in casa della Juventus, ci fu uno 0-0 che accontentò entrambe le parti permettendone il passaggio da prima (Atl.Madrid) e da seconda (Juventus). Stagione che poi strizzerà l’occhio ai bianconeri, arrivati fino alla finale poi persa contro il Barcellona.

Bilancio di una vittoria a testa ed un pareggio. Equilibrio che potrà essere spezzato a partire da domani.

 

 

ATLETICO MADRID-JUVENTUS

Dal mio punta di vista il match può essere osservato con diverse chiavi di lettura, soprattuto dopo le conferenze dei due tecnici. Alla Juve mancherà Sami Khedira, assenza importante sia per esperienza sia per padronanza di intelligenza tattica. Il tedesco è uno dei migliori a saper leggere i momenti importanti, in cui accelerare o rallentare il ritmo, anche se ad oggi un altro che ha imparato questa dote è Miralem Pjanic atteso alla definitiva consacrazione. Il bosniaco sarà fondamentale non solo per la regia, bensì domani sarebbe cruciale recuperare l’arte della punizione. Una squadra fallosa come gli spagnoli, concede molti calci piazzati, e c’è bisogno del piede fatato del numero 5 bianconero. Per la squadra di casa torna Diego Costa. L’attaccante naturalizzato spagnolo, come confermato da Simeone non ha i 90 minuti nelle gambe, ma ciò può bastargli per far male alla difesa avversaria con l’appoggio del talento cristallino di Antoine Griezmann.

La partita si prevede dunque come uno scontro difficile, fra due contendenti alla vittoria finale, ma se ci si può sbilanciare, a mio avviso domani la squadra di Max Allegri proverà a condurre il match e l’Atletico cercherà di sfruttare i contropiedi, facilitati anche dal possibile inserimento di una freccia come Morata. Tutto verrebbe modificato da un gol nei primi quindici minuti, che faciliterebbe la Juve nel giocare a specchio abbasando il baricentro e mettendosi in una posizione tale per sfruttare la mossa delle ripartenze.